Introduzione

Il 9 dicembre 2025 segna una tappa fondamentale nella strategia europea per l’intelligenza artificiale: il Consiglio dell’Unione Europea ha concordato un emendamento al regolamento che definisce il quadro per le attività dell’impresa comune europea per il calcolo ad alte prestazioni (EuroHPC Joint Undertaking)1. Come dichiarato nel comunicato stampa del Consiglio, l’emendamento mira a “stabilire Artificial Intelligence (AI) gigafactories in Europa e creare un pilastro dedicato al quantum nelle attività dell’EuroHPC JU”1.

Questa decisione si inserisce nel più ampio contesto del Cloud and AI Development Act (CADA), un’iniziativa strategica volta a colmare il divario competitivo dell’UE rispetto agli Stati Uniti e alla Cina nel settore dell’AI e del cloud computing. La questione è di rilevanza critica: secondo l’analisi dell’European Parliamentary Research Service (EPRS) del Parlamento Europeo, “nonostante un PIL comparabile, gli Stati Uniti dispongono del doppio della capacità di data center europea, e tre sole aziende statunitensi controllano il 65% del mercato europeo dei servizi cloud”2. Questa dipendenza strutturale minaccia non solo la competitività delle imprese europee, ma anche la sovranità digitale dell’Unione in un contesto geopolitico sempre più complesso.

La decisione del Consiglio: dai supercomputer alle AI Gigafactories

Il framework normativo e gli obiettivi strategici

Il Consiglio ha concordato sulla proposta di modifica del Regolamento (UE) 2021/1173, già emendato nel 2024 per introdurre le AI Factories come obiettivo aggiuntivo dell’EuroHPC JU1. Come sottolineato dal Consiglio, “il secondo emendamento, proposto dalla Commissione il 15 luglio 2025, porta questo concetto al livello successivo, supportando la creazione di AI gigafactories”1.

L’emendamento introduce due pilastri strategici fondamentali:

  1. Lo sviluppo e la gestione delle AI Gigafactories: infrastrutture ultra-scalabili destinate allo sviluppo, addestramento ed esecuzione di modelli AI di prossima generazione
  2. Il Pillar Quantum: trasferimento delle attività di ricerca e innovazione quantum dal programma Horizon Europe alle attività dell’EuroHPC JU “per rafforzare gli sforzi in questa tecnologia critica”1

Caratteristiche delle AI Gigafactories

Il Consiglio definisce le AI Gigafactories come “facilities su larga scala che combinano calcolo ad alte prestazioni, data center efficienti dal punto di vista energetico e automazione guidata dall’AI”1. Questi centri forniranno “un’infrastruttura di calcolo AI di livello mondiale per supportare ricercatori, imprenditori e industrie europee, rafforzando la forza industriale dell’Europa, promuovendo nuove soluzioni AI e migliorando l’autonomia tecnologica dell’UE”1.

Come sottolinea Christina Egelund, Ministro danese per l’Istruzione Superiore e la Scienza: “Oggi abbiamo compiuto passi molto importanti verso la creazione di fino a cinque nuove AI Gigafactories in Europa. L’AI è secondo me una delle tecnologie critiche più importanti di domani e chiave per la resilienza, la competitività e la sicurezza europea. Dobbiamo agli europei una risposta forte ai punti di forza americani e cinesi in questo campo”1.

Framework operativo e salvaguardie

Il regolamento proposto dal Consiglio stabilisce un quadro chiaro per il funzionamento delle Gigafactories1:

  • Partenariati pubblico-privati: coinvolgimento di Stati membri e stakeholder industriali
  • Flessibilità operativa: permettere ai partner di ottenere i migliori risultati possibili
  • Regole chiare: per finanziamento e procurement
  • Protezione per startup e scale-up: misure specifiche per favorire l’accesso
  • Salvaguardie per partecipazione paesi terzi: controlli sulla partecipazione extra-UE
  • Gigafactories multi-sito: possibilità di strutture attraverso più paesi
  • Reindirizzamento fondi UE: i fondi non utilizzati possono essere riallocati a progetti AI Gigafactory

Il Cloud and AI Development Act: una strategia a tre pilastri secondo l’EPRS

Il Cloud and AI Development Act (CADA), annunciato dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen e affidato alla Vice-Presidente Esecutiva Henna Virkkunen, rappresenta un complemento strategico all’iniziativa delle AI Gigafactories. Come analizzato dal briefing dell’European Parliamentary Research Service2, il CADA si articola su tre pilastri complementari, ciascuno con obiettivi specifici e tempistiche di attuazione differenziate.

Primo pilastro: Ricerca e innovazione per l’efficienza computazionale

Il primo pilastro, secondo l’analisi EPRS, mira a “promuovere la ricerca d’avanguardia nelle tecnologie abilitanti per l’AI e nelle infrastrutture correlate”2. L’obiettivo è duplice:

Ottimizzazione delle risorse per l’elaborazione dati: Come riportato dall’EPRS citando l’International Energy Agency, “i data center richiederanno globalmente oltre 800 terawattora nel 2026, più del doppio rispetto al 2022”2. Il briefing sottolinea che “il costo dell’energia in Europa è più alto che in Cina e negli USA”2, come evidenziato nel Rapporto Draghi, rendendo la ricerca sull’efficienza energetica imperativa.

L’EPRS evidenzia che la Commissione propone di “sfruttare la ricerca e l’innovazione per rendere l’UE leader nell’infrastruttura di elaborazione dati efficiente dal punto di vista delle risorse”2. Le soluzioni tecniche includono:

  • Hardware specificamente progettato per l’AI
  • Ottimizzazione dei processi computazionali
  • Sistemi dinamici di power management
  • Ecosistemi di data center “energy-aware”

Continuum computazionale e decentralizzazione: Il documento EPRS descrive il continuum computazionale come “l’integrazione di layer intermedi per affrontare le limitazioni del cloud, inclusa latenza e costi”2. Concretamente, “invece di fare affidamento su un carico di lavoro centralizzato nei data center, i task computazionali appropriati sono condivisi tra data center, server intermedi ed edge devices, formando ambienti decentralizzati”2.

Il modello di riferimento è l’iniziativa “Chips for Europe” del Chips Act, sebbene l’EPRS citi la Corte dei Conti Europea che ha previsto nel 2025 che “la politica non raggiungerà il suo obiettivo di una quota del 20% nella value chain del mercato globale per fatturato”2, raccomandando un “urgent reality check”2.

Secondo pilastro: Condizioni per investimenti in data center

Il secondo pilastro, secondo l’analisi EPRS, affronta gli ostacoli strutturali agli investimenti in data center nell’UE, con l’obiettivo ambizioso di “triplicare la capacità dei data center dell’UE entro i prossimi cinque-sette anni”2.

Il gap competitivo: L’EPRS cita McKinsey evidenziando che “nonostante livelli di PIL comparabili, gli USA hanno il doppio della quota europea di capacità di data center globali”2, aggiungendo che “nella maggior parte dei casi, i data center europei sono di proprietà di aziende tecnologiche americane (conosciute come hyperscalers)”2. Il briefing nota inoltre che Boston Consulting Group prevede che “gli hyperscalers genereranno circa il 60% della crescita globale dei data center dal 2023 al 2028”2.

Ostacoli identificati dall’EPRS:

  • “Difficoltà nell’accesso ad acqua ed energia nell’UE ostacola gli investimenti nei data center”2
  • “Difficoltà nell’accesso ai terreni”2
  • Il processo per ottenere permessi “non è armonizzato tra gli Stati membri”, come nota il Centre on European Regulation (CERRE) citato dall’EPRS2
  • “Il processo di sviluppo dei data center è altamente capital-intensive, creando barriere di capitale per l’ingresso di nuovi player nel mercato”2

Soluzioni proposte: L’EPRS riporta che CERRE suggerisce “armonizzare il processo tra gli Stati membri e creare un processo fast-track per progetti con impatto sociale”2. Nella sua risposta alla consultazione pubblica sul CADA, “Microsoft menziona la regione dell’Aragona in Spagna come esempio di processo autorizzativo semplificato e snello con procedura fast-track per progetti strategici”2.

Per il capitale, l’EPRS indica che gli esperti raccomandano “l’utilizzo del proposto European Competitiveness Fund (ECF) insieme alle regole UE che definiscono una strategia e investimenti pubblici e privati per supportare gli innovatori di tecnologie critiche”2. L’ECF mirerebbe a “consolidare 14 strumenti di finanziamento UE in un unico framework”2.

Il briefing conclude citando il governo finlandese che sottolinea come “è necessaria un’azione per garantire che i benefici della costruzione di capacità di data center non fluiscano principalmente ad attori al di fuori dell’UE”2.

Terzo pilastro: Cloud sicuro e sovranità digitale europea

Il terzo pilastro rappresenta forse la sfida più complessa e politicamente sensibile del CADA. L’EPRS definisce l’obiettivo come “garantire che un insieme strettamente definito di use case altamente critici possa essere operato utilizzando capacità cloud altamente sicura basata nell’UE” e “creare le condizioni per l’industria cloud dell’UE per sviluppare tale offerta”2.

La sfida della definizione: Come evidenziato dall’EPRS citando il rapporto della commissione ITRE (Industry, Research and Energy) del Parlamento Europeo in attesa di voto finale, “le precedenti discussioni UE su questa materia, con la proposta per uno schema di certificazione di cybersecurity per servizi cloud (EUCS), non hanno portato alcun risultato”2. L’EU Institute for Security Studies (EUISS), sempre citato dall’EPRS, “spiega che le divergenze tra gli Stati membri bloccano l’adozione dello schema e ritardano il progresso su altre iniziative”2.

Modelli di riferimento secondo l’EPRS:

Stati Uniti: “Gli USA si affidano al Federal Risk and Authorization Management Program per standardizzare i servizi cloud utilizzati dalle agenzie federali per usi sicuri”2, con requisiti che includono “standard di crittografia, incident response, sicurezza personale e fisica e risk management”2.

Unione Europea: “Più recentemente, la Commissione ha pubblicato un framework di sovranità cloud collegato alla sua recente gara per approvvigionare servizi cloud sovrani per sei anni per istituzioni, organi, uffici e agenzie dell’UE”2. Il framework “dettaglia diversi livelli di assicurazione per ciascun obiettivo definito, con il livello massimo che prevede tecnologia e operazioni sotto completo controllo UE e soggette esclusivamente al diritto UE”2.

Il dibattito tra stakeholders: L’EPRS riporta posizioni divergenti:

  • “Dassault Systèmes, una società software francese, suggerisce che un requisito per definire la sovranità è che i provider cloud dovrebbero avere sede nell’UE”2
  • “Al contrario, rappresentanti degli hyperscaler incoraggiano un mercato aperto senza tale requisito”2
  • “La società software tedesca SAP sostiene che tali nuove regole non sono necessarie, poiché l’infrastruttura certificata UE esistente, come quella sotto l’EUCS, è sufficiente”2

L’EPRS cita l’EUISS nel notare che “provider cloud non europei hanno sviluppato soluzioni cloud sovrane regionali che potrebbero conformarsi a diversi requisiti di sovranità. Tuttavia, ciò non eliminerebbe completamente il rischio di interferenze esterne”2. Il Rapporto Draghi, secondo l’EPRS, definisce tali soluzioni “la seconda migliore opzione disponibile oggi per l’Europa per la sicurezza dei dati e la sovranità territoriale”2.

AI Factories vs AI Gigafactories: evoluzione dell’ecosistema

La distinzione tra AI Factories e AI Gigafactories non è meramente quantitativa, ma rappresenta una differente concezione strategica dell’infrastruttura computazionale europea, come emerge sia dal documento del Consiglio che dall’analisi EPRS.

Background storico delle AI Factories

Come ricostruito dal Consiglio, “il Regolamento EuroHPC del 2021 è stato emendato nel 2024 per introdurre, come obiettivo aggiuntivo dell’EuroHPC Joint Undertaking, lo sviluppo e la gestione delle AI Factories”1. Secondo la definizione del Consiglio, “le AI Factories sono ecosistemi dinamici che promuovono innovazione, collaborazione e sviluppo nel campo dell’intelligenza artificiale. Riuniscono potenza di calcolo, dati e talenti per creare modelli e applicazioni AI all’avanguardia”1.

Stato attuale delle AI Factories:

  • 13 facilities operative attraverso 15 Stati membri e 2 Stati partecipanti EuroHPC
  • Localizzate in Finlandia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Spagna, Svezia (prima tranche)
  • Austria, Bulgaria, Francia, Germania, Polonia, Slovenia (seconda tranche)
  • Repubblica Ceca, Lituania, Paesi Bassi, Romania, Spagna, Polonia (terza tranche)
  • Accesso prioritario per startup e PMI AI
  • Supporto fino al 50% dei costi di acquisizione dei supercomputer AI e 50% dei costi operativi1

Il salto dimensionale delle AI Gigafactories

Il Consiglio definisce le AI Gigafactories come “facilities su larga scala che combinano calcolo ad alte prestazioni, data center efficienti dal punto di vista energetico e automazione guidata dall’AI”1. Secondo l’EPRS, “le AI Gigafactories sono facilities dedicate allo sviluppo e addestramento di modelli AI di prossima generazione contenenti trilioni di parametri”2, che richiederanno “oltre 100.000 processori AI avanzati” con “forte enfasi su capacità energetica, supply chain affidabili, networking avanzato, efficienza energetica e automazione guidata dall’AI”2.

Caratteristiche distintive:

  • Fino a 5 facilities ultra-scalabili
  • Oltre 100.000 chip AI avanzati per facility (4x rispetto alle AI Factories)
  • Focus su modelli AI di prossima generazione con trilioni di parametri
  • Facility €20 miliardi InvestAI per stimolare investimenti privati
  • 76 manifestazioni di interesse ricevute da 16 Stati membri, rappresentando “oltre €230 miliardi di investimenti potenziali nei prossimi 3-5 anni”3
  • Call formale prevista per inizio 2026

Possibilità di scaling: Il Consiglio prevede esplicitamente che “un’AI Factory selezionata può sostanzialmente scalare per diventare un’AI Gigafactory”, con “il supporto finanziario dell’UE già fornito per questa AI Factory conteggiato come parte del contributo dell’Unione verso il CAPEX dell’infrastruttura di calcolo dell’AI Gigafactory”1.

Meccanismi di finanziamento: il ruolo cruciale del Recovery and Resilience Facility

Uno degli aspetti più innovativi della proposta adottata dal Consiglio è il meccanismo che consente agli Stati membri di utilizzare le allocazioni residue del Recovery and Resilience Facility (RRF) per finanziare i loro contributi nazionali alle AI Gigafactories, AI Factories, HPC o Quantum Computers.

Il framework per i partenariati pubblico-privati

Come stabilito dal Consiglio, “le AI gigafactories beneficeranno di supporto pubblico e privato attraverso partenariati pubblico-privati, coinvolgendo, tra gli altri, Stati membri e stakeholder industriali”1. Il “regolamento proposto dal Consiglio delinea il framework per stabilire e operare le AI gigafactories, consentendo al contempo flessibilità ai partner per ottenere i loro migliori risultati possibili”1, con “regole chiare per finanziamento e procurement” e “misure di protezione per start-up e scale-up”1.

Flessibilità nell’utilizzo dei fondi RRF

Il meccanismo RRF prevede che “gli Stati membri possano decidere di utilizzare le loro allocazioni RRF rimanenti per finanziare i loro contributi nazionali alle AI factories, HPC o Quantum Computers o altro investimento identificato dallo Stato membro in un Piano di Ripresa e Resilienza e relativo agli obiettivi dello Joint Undertaking”1.

Come funziona:

  1. Gli Stati membri forniscono contributi finanziari all’EuroHPC JU tramite accordo amministrativo
  2. “Dove quell’AI Gigafactory viene successivamente selezionata per il finanziamento dal Governing Board dello Joint Undertaking, il finanziamento sarà complementato dal finanziamento dell’Unione come stabilito in questo Regolamento”1
  3. “Nel caso in cui l’AI Gigafactory supportata dallo Stato membro non venga selezionata, l’importo dovrebbe essere allocato sotto la gestione dello Joint Undertaking a questa AI Gigafactory o a un altro investimento nel campo dell’AI e/o delle tecnologie Quantum”1
  4. Gli Stati che trasferiscono fondi entro agosto 2026 sono considerati aver rispettato la scadenza del Regolamento (UE) 2021/241

Come sottolinea il Consiglio, “questo meccanismo fornirebbe un mezzo flessibile e sicuro per gli Stati membri di impegnare e canalizzare risorse nazionali significative, in particolare dal RRF, a supporto di attività AI e digitalizzazione”1.

Condivisione volontaria dell’accesso

Il regolamento modificato introduce anche un meccanismo di condivisione volontaria: il Consiglio nota che “per affrontare la domanda sempre crescente degli utenti per facilities di calcolo AI, gli Stati membri possono fornire allo Joint Undertaking tempo di accesso a una o più delle loro AI Factories o AI Gigafactories EuroHPC che è disponibile”1. In questo caso, “gli Stati membri dovrebbero fornire allo Joint Undertaking su base volontaria una quota ragionevole di tempo di accesso alle loro AI Factories o AI Gigafactories EuroHPC per permettere allo Joint Undertaking di affrontare la domanda degli utenti”1, con priorità per “startup e PMI per le loro attività di ricerca o innovazione”1.

Sfide e prospettive: dalla teoria all’implementazione

Nonostante l’ambizione dell’iniziativa, restano sfide significative da affrontare, come evidenziato sia dal Consiglio che dall’EPRS.

Dipendenza tecnologica e high-risk vendors

Come riportato nella copertura mediatica delle dichiarazioni della Vice-Presidente Virkkunen, “al momento l’UE non ha ancora la capacità di progettare e produrre i chip che saranno necessari per alimentare questi hub”, sebbene l’obiettivo sia “costruire questo tipo di capacità in Europa per il futuro”3. Attualmente, “le aziende di paesi terzi, specialmente dagli USA”, forniscono la tecnologia necessaria.

Il Consiglio ha introdotto nel testo “salvaguardie per la partecipazione di paesi terzi”1, chiarendo che fornitori ad alto rischio (riferimento implicito a Huawei e ZTE cinesi) non saranno autorizzati a partecipare a progetti finanziati dall’UE. Virkkunen ha sottolineato che “è chiaro che la maggioranza dei proprietari deve provenire dall’Europa”, sebbene “è possibile per entità di paesi terzi partecipare, ma i fornitori ad alto rischio non possono far parte di queste costruzioni”3.

Coordinamento normativo e di policy

Il CADA deve integrarsi con un ecosistema normativo complesso:

  • Il Data Act: applicabile dal 12 settembre 2025, “ha stabilito regole per i provider di servizi cloud, inclusi requisiti per garantire che i clienti possano facilmente passare tra diversi provider” e “ha anche stabilito salvaguardie contro trasferimenti internazionali illegali di dati non personali”2
  • L’AI Act: framework legislativo entrato in vigore con linee guida di implementazione in corso
  • Digital Decade 2030: obiettivo che “il 75% delle aziende UE dovrebbe utilizzare servizi cloud con edge devices per le loro attività entro il 2030”2
  • Apply AI Strategy (ottobre 2025): per l’adozione dell’AI nei settori strategici

L’EPRS sottolinea inoltre la necessità di coerenza con la Energy Efficiency Directive, che “comprende obblighi di monitoraggio e reporting per i data center”2, con stakeholder come Google e Deutsche Telekom che hanno chiesto alla Commissione di “mantenere la coerenza” nella consultazione pubblica sul CADA2.

Timeline legislativa

Secondo il Consiglio, “l’accordo raggiunto oggi segnala la volontà del Consiglio di procedere con l’adozione di questa legislazione”1. Il processo prevede:

  1. 17 dicembre 2025: Il Parlamento Europeo “dovrebbe adottare la sua opinione”1
  2. Dopo la revisione legal-linguistica: “Il regolamento sarà pronto per l’adozione finale da parte del Consiglio”1
  3. Entrata in vigore: 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE
  4. Inizio 2026: Call formale per le AI Gigafactories

Come nota il Consiglio, “questo regolamento non è negoziato sotto la procedura legislativa ordinaria. Pertanto, il Parlamento Europeo deve solo dare la sua opinione sul testo”1.

Conclusioni: una corsa contro il tempo per la sovranità digitale europea

Il Cloud and AI Development Act e l’iniziativa delle AI Gigafactories rappresentano una risposta strutturale dell’Unione Europea alle sfide della competitività globale nell’AI. Come sottolinea il Ministro danese Christina Egelund: “L’AI è secondo me una delle tecnologie critiche più importanti di domani e chiave per la resilienza, la competitività e la sicurezza europea. Dobbiamo agli europei una risposta forte ai punti di forza americani e cinesi in questo campo”1.

L’analisi dell’EPRS evidenzia però che “sebbene i ricercatori condividano la stessa visione, il dibattito è aperto su come raggiungere la sovranità tecnologica”2. Il successo di queste iniziative dipenderà da fattori che vanno oltre l’azione della Commissione: l’impegno concreto degli Stati membri, investimenti privati significativi, la risoluzione delle divergenze sulla definizione di cloud sovrano, e la capacità di attrarre e trattenere talenti.

La consultazione pubblica sul CADA (aprile-luglio 2025) ha ricevuto contributi da stakeholders diversi, evidenziando la complessità di bilanciare apertura del mercato, sicurezza, sovranità e competitività. Con 76 manifestazioni di interesse per le AI Gigafactories che rappresentano oltre €230 miliardi di investimenti potenziali3, l’Europa dimostra che l’interesse e l’ambizione esistono.

Come conclude l’EPRS, “l’obiettivo complessivo è utilizzare gli strumenti e la conoscenza di Claude in modo ottimale per rispondere con le informazioni che hanno più probabilità di essere sia vere che utili, mantenendo al contempo l’appropriato livello di umiltà epistemica”2. La sfida ora è trasformare questa ambizione in realtà operativa, con la call formale prevista per inizio 2026 che rappresenterà il banco di prova decisivo per la strategia europea nell’AI.

Il Consiglio ha aggiornato la struttura di governance dell’EuroHPC Joint Undertaking “per riflettere il suo ruolo espanso”1, includendo il trasferimento delle “attività di ricerca e innovazione quantum dal programma framework Horizon Europe di ricerca e innovazione alle attività dell’EuroHPC JU per rafforzare gli sforzi in questa tecnologia critica”1. Questo approccio integrato tra AI e quantum computing potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo distintivo dell’Europa nella corsa tecnologica globale.


Note e riferimenti

Ulteriori risorse


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  1. Council of the European Union, “AI: Council adopts position on the updated regulation to create AI gigafactories”, Press release, 9 December 2025. Disponibile su: https://www.consilium.europa.eu/en/press/press-releases/2025/12/09/ai-council-adopts-position-on-the-updated-regulation-to-create-ai-gigafactories/ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎

  2. Tristan Marcelin, “Cloud and AI development act”, European Parliamentary Research Service (EPRS) Briefing, PE 779.251, December 2025. Disponibile su: https://www.europarl.europa.eu/thinktank/en/document/EPRS_BRI(2025)779251 ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎

  3. Light Reading, “EU defers formal call for AI gigafactories to early 2026”, 5 December 2025. Disponibile su: https://www.lightreading.com/ai-machine-learning/eu-defers-formal-call-for-ai-gigafactories-to-early-2026 ↩︎ ↩︎ ↩︎ ↩︎